Non è la fine ma solo l’inizio: la dimensione cristiana del tempo - di Luciano Zannotti

Nel cristianesimo il tempo ha un’importanza fondamentale. Cristo è il signore del tempo: è il suo principio e la sua conclusione, ha scritto Giovanni Paolo II nella Lettera apostolica Tertio millennio adveniente. In effetti una delle idee forti che la religione cristiana ha sempre nutrito è quella di conferire un senso al tempo, di sottrarlo all’insignificanza del suo fluire istituendolo come storia che intercorre tra la salvezza promessa da Cristo e la sua compiuta attuazione, trasformandolo in spazio decisivo della prova in cui si giudica la risposta umana all’appello divino. Il tempo viene ridotto a  concetto lineare, con un inizio e con una fine, e la suggestione apocalittica, declinata come evento terribile e catastrofico, assume per la Chiesa il significato di svelare (la parola Apocalisse deriva appunto dal greco apocalypsis, rivelazione) che il mondo potrà salvarsi da se stesso e dalla propria finitudine. (continua)