"A chiare lettere" - Charlie Hebdo - di Giuseppe Casuscelli

La rivista Charlie Hebdo è familiare agli studiosi dei rapporti tra Stato e confessioni religiose da quando nel 2005 decise di ripubblicare le vignette su Maometto con un coraggioso gesto di solidarietà verso i colleghi del quotidiano danese “Jyllands-Posten”, che per quella pubblicazione avevano subito un attentato incendiario della loro sede. D’allora non ha mancato di levarsi qualche voce ammonitrice sui pericoli dell’imprudenza e anche di una qualche islamofobia, che si andava ravvisando nella linea del giornale. Ma, al di là di alcune scompostezze tipiche della satira (che non hanno risparmiato neppure il papa), emblematica di quella linea è la recente vignetta, in cui Dio punta con il dito un musulmano armato di bastone, ricordandogli che “ Allah est assez grand pour défendre Mahomet tout seul … Compris? ”: ecco, espresso nel genere letterario della satira, ciò che in termini giuridici insegniamo nelle nostre università sui fondamentalismi religiosi che, all’insegna di un Dio che è solo con noi, minano alla base la convivenza pluralistica delle nostre società. (continua)